L’alimentari del Porciatti a Radda in Chianti è il classico posto che, come si dice in Toscana, “fa conca”, nel senso che prima o poi ci vanno a defluire, pardon, a finire tutti. Giovedì scorso attorno alle 12 nella “conca” c’ero finito io assieme a Giovanna Stianti del Castello di Volpaia, Liviana Manetti di Montevertine, Riccardo Lanza di Pruneto ed altri avventori vari non produttori di vino.
Tutti rigorosamente a fare la spesa, quella bella, fatta di chiacchiere, di risate e sfottò, quella che ti permette di rilassarti, di sentirti coccolato, di essere ogni volta stupito dalla bontà di un prodotto, quella insomma che al supermercato te la sogni. Ma anche comprando solo il pane l’occhio ti casca irrimediabilmente sul tonno di Radda (un filetto di maiale lavorato in maniera molto particolare) o sui molti salumi che Luciano Porciatti produce praticamente da quando non era ancora nato. Tutti prodotti di grande qualità, dove è difficile capire quale sia il più buono.
Mentre ci pensi Luciano pontifica bonariamente ma molto più spesso sfotte. Per esempio io sono quello da compatire perchè vivo a Poggibonsi: per fortuna ogni tanto faccio un salto nel paese più bello del mondo (ovviamente Radda in Chianti..). Meno male che i miei nonni erano di Radda ed ho ancora qualche parente in zona, altrimenti lo sfottò andrebbe ancora più in profondità.
Proprio ripensando ai miei parenti citati dal Porciatti mi è venuto in mente di scrivere questo pezzo che non è sull’alimentari dei Porciatti, ma su un paese che è sempre stata la mia seconda patria e, ovviamente, sul suo vino.